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giovedì 3 febbraio 2011

Sui nativi digitali - esperienze e opinioni

Ho letto per caso il tema del mese di Genitori crescono: "Nativi digitali". E' già da un po' che mi frulla in testa questa definizione, forse è ora di provare a mettere giù qualche riflessione.
Il primo spunto nasce da un convegno fatto nella scuola superiore dove insegno sull'uso delle nuove tecnologie nella didattica e nell'organizzazione della scuola. L'inizio è stato conquesto video

Poi c'è stato questo
Insomma c'è da farti sentire all'età della pietra. Quando poi vedi che in classe, quando ti si inceppa il portatile arriva il tuo alunno più discolo e in un attimo tuttio è risolto che fare? Che pensare? 
A scuola sto lavorando molto con lezioni in power point, uso i video su youtube, preparo elenchi di link di siti di chimica interessanti, ma con la simpatica canaglia mi sto comportando in maniera adeguata? Troppo tecnologica?
In casa è papi Miki, quello al passo con la tecnologia: PC (ovviamente con programmi open source), digitale, satellitare, navigatore, domotica (non quella no perchè gli sta antipatica), robottino aspirapolvere (grandissimo!!) a altre diavolerie.
Io sono l'utilizzatrice base, quella che smanetta per capirci qualcosa.
La simpatica canaglia fa la parte del curioso, una specie di apprendista stregone.
La televisione la guarda poco, corre solo per vedere la pubblicità con jingle accattivanti (quella della Coca a Natale era quasi una droga), è questo mi fa pensare che quelli che fanno la pubblicità hanno il futuro nelle loro mani (mannaggia!), ma il computer, il mio computer, soprattutto quando ci devo lavorare io, proprio lo attira.
In realtà ha già il suo piccolo PC giocattolo, regalotogli dalle zie quando ha compiuto 2 anni (un po' prestino...) e ben imboscato per 2 anni, con cui gioca, ma la sua passione è proprio il mio!
Abbiamo iniziato a usare internet partendo dal sito baby-flash.
Questo sito è nato dal bisogno di una mamma di sostenere nell'apprendimento il suo bambino mediante l'uso di animazioni. Ci piace molto perchè è ricco di giochi e di esercizi su vari argomenti per diverse età.
Come scritto in un altro post, l'ho usato per imparare il nome delle principali forme geometriche piane, per giocare con i colori, le lettere e i numeri.
A questo ho però affiancato giochi più tradizionali ed "antichi": libri, giochi di legno, letterine magnetiche.
Poi una domenica mattina li ho visti: simpatica canaglia e papi Miki seduti alla scrivania una vicino all'altro, davanti al PC e al nostro abaco di legno. Papi diceva un numero, il piccolo lo rappresentava con i tappi sull'abaco e poi lo scriveva con la tastiera per farlo apparire sul monitor... Una bella miscela!
Mi piace pensare che l'apprendimento dei nostri nativi digitali avverrà così: in maniera blended (mista), altalenandosi tra l'entusiasmo per il nuovo e la poesia dell'antico.
Su una cosa sono però convinta, finchè ci riuscirò, cercherò di evitare che mio figlio si chiuda in casa e che la comunicazione con gli altri avvenga solo tramite cellulare, internet o altre tecnologie che emergeranno nel futuro. La comunicazione, il confronto (e lo scontro) con gli altri devono avvenire (anche e soprattutto) attraverso la luce di uno sguardo, il suono di una voce, il contatto con un corpo.
Vi lascio con questo video per capire la poesia dell'antico
Questo post partecipa al
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